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Tumore prostata

Carcinoma renale a cellule chiare in fase avanzata: Cabozantinib, un inibitore multiplo della tirosin-chinasi, più efficace di Everolimus, un inibitore di mTOR


Il trattamento con Cabozantinib ( Cometriq ) ha ridotto il tasso di progressione della malattia o di mortalità del 42% rispetto a Everolimus ( Afinitor ) in METEOR, uno studio di fase III che ha confrontato Cabozantinib a Everolimus in pazienti con carcinoma renale a cellule chiare in fase avanzata.
I risultati sono stati presentati all’European Cancer Congress ( ECC 2015 ).

Cabozantinib è un inibitore multiplo della tirosin-chinasi, tra cui MET, VEGFR, AXL e RET, che ha dimostrato attività clinica in precedenti studi ed è attualmente autorizzato per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma midollare della tiroide, non-operabile, progressivo, localmente avanzato o metastatico.
L'espressione di MET o AXL può essere associata a una maggiore vitalità delle cellule tumorali e a fenotipo tumorale più aggressivo che influisce negativamente sulla sopravvivenza globale.

Cabozantinib ha ottenuto la designazione di terapia fortemente innovativa ( breakthrough therapy ) da parte della Food and Drug Administration ( FDA ) il 24 agosto 2015 per i pazienti con tumore a cellule renali ( RCC ) con progressione della malattia dopo il trattamento con un inibitore della tirosin-chinasi ( TKI ).
Questa decisione è stata presa grazie ai risultati dello studio METEOR.

In METEOR, i pazienti con malattia misurabile mediante i criteri RECIST 1.1 e il Karnofsky performance status pari o superiore al 70% sono stati stratificati secondo i criteri prognostici del Memorial Sloan Kettering Cancer Center ( MSKCC ) e per il numero di precedenti trattamenti con inibitori della tirosin-chinasi di VEGFR; sono stati in seguito randomizzati in un rapporto 1:1 a ricevere la somministrazione giornaliera di Cabozantinib 60 mg oppure di Everolimus 10 mg.
Criterio di ammissibilità era la progressione della malattia entro 6 mesi dal precedente trattamento con inibitori della tirosin-chinasi di VEGFR.

Dei 658 pazienti randomizzati nel periodo 2013-2014, il 71% era stato sottoposto a un predente trattamento con un inibitore della tirosin-chinasi di VEGFR e il 29% dei pazienti aveva ricevuto due o più trattamenti.
Secondo i criteri MSKCC il 46% dei pazienti presentava prognosi favorevole, il 41% intermedia, e il 13% dei pazienti aveva prognosi sfavorevole.

Lo studio ha raggiunto l'endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) per il Comitato indipendente di valutazione radiologica; la sopravvivenza mediana libera da progressione stimata tra i primi 375 pazienti randomizzati è stata di 7.4 mesi con Cabozantinib rispetto a 3.8 mesi con Everolimus ( hazard ratio, HR = 0.58; IC 95%, 0.45-0.75; p inferiore a 0.001 ).

Gli endpoint secondari, tra cui il tasso di risposta complessiva ( ORR ) e la sopravvivenza globale ( OS ), hanno anche favorito Cabozantinib.
L'ORR è risultato significativamente migliorato con Cabozantinib rispetto a Everolimus; l’ORR è stato del 21% con Cabozantinib rispetto al 5% con Everolimus ( p inferiore a 0.001 ).
All’analisi ad interim la sopravvivenza globale ( frazione di informazione: 49% ), l'hazard ratio era pari a 0.67; IC 95%, 0.51, 0.89 ( p = 0.0050 ), favorendo Cabozantinib.
Non è stato possibile calcolare la sopravvivenza globale mediana.

Cabozantinib è risultato ben tollerato in questa popolazione di pazienti. I gravi eventi avversi più comunemente riportati con Cabozantinib sono stati: dolore addominale, versamento pleurico, e diarrea, che si sono verificati, rispettivamente, nel 3%, 2.7% e 2.1% dei pazienti.
Gli eventi avversi gravi con Everolimus hanno compreso: anemia, dispnea, e polmonite, che sono stati riportati ciascuno nel 3.7% dei pazienti.
L'interruzione del trattamento a causa di eventi avversi ha interessato il 9.1% dei pazienti trattati con Cabozantinib e il 10% dei pazienti trattati con Everolimus.

In conclusione, una migliore sopravvivenza libera da progressione e un miglior tasso di risposta globale sono stati dimostrati con Cabozantinib rispetto a Everolimus nei pazienti con carcinoma renale a cellule chiare in forma avanzata, che erano stati pre-trattati con inibitori della tirosin-chinasi di VEGFR.
Inoltre, l'analisi ad interim di sopravvivenza globale ha mostrato una tendenza verso una sopravvivenza prolungata per i pazienti trattati con Cabozantinib. ( Xagena )

Fonte: European Society for Medical Oncology ( ESMO ) Congress 2015

Xagena_UrologiaOncologica_2015



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